La Commissione Europea ha inflitto multe per un totale di circa 458 milioni di Euro ai 15 maggiori produttori di automobili e all’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) per la loro partecipazione a un cartello di lunga data, precisamente dal 29 maggio 2002 al 4 settembre 2017, riguardante il riciclaggio dei veicoli fuori uso.
L’indagine della Commissione ha rivelato che, per oltre 15 anni, 15 importanti produttori di automobili hanno agito in modo illecito, accordandosi tra loro per non riconoscere alcun compenso ai demolitori di veicoli a fine vita (End-of-Life Vehicle, “ELV”).
Una pratica nascosta, questa appena sanzionata, che ha impedito a migliaia di autodemolitori e operatori del settore di ricevere compensi che, in assenza del cartello, avrebbero invece avuto diritto a ricevere.
L’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili ha facilitato il cartello, organizzando numerosi incontri e contatti tra i produttori di automobili coinvolti: l’infrazione – unica e continuativa – si è protratta nello Spazio Economico Europeo (SEE) per oltre 15 anni, dal 29 maggio 2002 al 4 settembre 2017. La strategia? Far credere agli autodemolitori che lo smaltimento dei veicoli a fine vita fosse un’attività sufficientemente redditizia di per sé e, pertanto, di non dover remunerare i demolitori di autoveicoli per tale loro servizio (la cosiddetta strategia “Zero-Treatment-Cost”), quando invece la direttiva europea prevedeva l’obbligo per i produttori di farsi carico di quei costi. Va ricordato che secondo la Direttiva 2000/53/CE l’ultimo proprietario di un veicolo a fine vita deve poterlo smaltire gratuitamente presso un demolitore e che, se necessario, i produttori di automobili sono obbligati a sostenere i costi. Dunque, i 15 produttori di automobili sanzionati dalla Commissione Europea hanno orchestrato un cartello che ha indebitamente permesso loro di non riconoscere alcuna remunerazione agli autodemolitori.
Grazie quindi alla Commissione Europea, la verità è venuta a galla smascherando tale cartello anticoncorrenziale che ha portato a multare per circa 458 milioni di Euro le più importanti case automobilistiche quali Stellantis, Volkswagen, Renault, Ford e molte altre ancora, riconosciute tutte come colpevoli (inclusa Mercedes–Benz che, avendo agito da informatore con la Commissione e avendo denunciato il cartello nel 2019, ha visto azzerata la propria multa di circa 35 milioni di Euro).

Un Danno Subìto. Un Diritto da Far Valere.
Ogni veicolo smantellato nel tuo impianto tra il 2002 e il 2017 potrebbe aver generato un credito che non ti è mai stato riconosciuto dalle case automobilistiche del cartello. Nell’arco di 15 anni di cartello, il credito potrebbe ammontare ad alcune centinaia di migliaia di Euro a vantaggio del demolitore.
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