“LA RESPONSABILITÀ CONTRATTUALE DELLE BANCHE E LA STRATEGIA PER RECUPERARE GLI IMPORTI PERSI”
LA VICENDA MONTE DEI PASCHI
Negli ultimi dieci anni la storia di Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (“MPS”) è stata prevalentemente caratterizzata da gravi violazioni ed irregolarità che si sono stagliate sullo sfondo di una generale mala gestio a danno degli investitori che hanno assistito impotentemente alla perdita quasi integrale dei loro capitali investiti.
Sono molteplici gli avvenimenti e le operazioni illecite di MPS che hanno leso seriamente l’interesse degli azionisti e degli obbligazionisti e che hanno costretto la CONSOB ed altre autorità bancario-finanziarie italiane ed europee a continue indagini investigative sfociate nell’emissione di svariate delibere, sanzioni e sentenze.
Nell’ultimo anno il Tribunale di Milano ha emesso ben due sentenze di condanna contro le più importanti figure apicali che nell’ultima decade hanno gestito la grande banca senese.
Lo scorso mese di ottobre, infatti, sono stati condannati Profumo, Viola e Salvatori per le false comunicazioni sociali in relazione all’operazione Alexandria relativamente alla semestrale di giugno 2015, per il reato di manipolazione del mercato e per i comunicati nel periodo ricompreso tra il 2013 ed il 2015.
Appena un anno prima, precisamente nel mese di novembre dell’anno 2019, il Tribunale di Milano aveva già condannato a 7 anni e 6 mesi di carcere Giuseppe Mussari, a 7 anni e 3 mesi Antonio Vigni e a 4 anni e 8 mesi Gian Luca Baldassarri, ex vertici di Monte dei Paschi di Siena, per le irregolarità nelle operazioni effettuate dalla banca senese tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite dovute all’acquisizione di Antonveneta. I reati contestati a vario titolo concernono la manipolazione del mercato, il falso in bilancio, il falso in prospetto e l’ostacolo agli organi di vigilanza.
Attendiamo, inoltre nei prossimi mesi sviluppi inerenti alle tardive macro-svalutazioni dei crediti deteriorati tra il 2012 ed il 2016, che complessivamente ammontano a circa 20 miliardi di Euro, un dato davvero disarmante se equiparato a quelli dei principali benchmarks bancari all’interno del panorama italiano. Su questo fronte è doveroso segnalare che negli anni degli ultimi 2 aumenti di capitale di MPS, ovvero il 2014 ed il 2015, e nel 2016, la maggior parte delle rettifiche su crediti deteriorati sono state apportate sempre nei trimestri successivi a quelli di svolgimento degli aumenti di capitale, elemento che inevitabilmente getta ancora più ombre sulla già “vexata quaestio”.
LE RESPONSABILITÀ DELLE BANCHE INTERMEDIARIE ITALIANE
Al di là delle succitate responsabilità di natura extracontrattuale di MPS nei confronti del mercato degli investitori e del gravissimo conflitto di interesse caratterizzante la pratica del collocamento da parte della stessa MPS di propri titoli tossici presso i propri correntisti, sono parimenti riscontrabili nel comportamento delle banche intermediarie italiane gravissime responsabilità incorse in sede di vendita e post vendita dei titoli MPS.
Infatti negli ultimi 10 anni le banche intermediarie italiane hanno indiscriminatamente venduto i tanti titoli tossici di MPS ai propri correntisti risparmiatori – o ne hanno negligentemente consentito l’acquisto – senza alcuna cura degli interessi di questi ultimi, in assoluto spregio degli obblighi di diligenza posti dalla normativa nazionale ed europea a carico degli intermediari finanziari.
Infatti le banche avrebbero dovuto fornire ai propri correntisti risparmiatori una documentazione molto più esaustiva e chiara in fase di valutazione dell’investimento, rispetto a quanto è invece emerso dalle investigazioni degli ultimi anni, soprattutto in relazione alle obbligazioni subordinate di MPS che erano da ritenersi a tutti gli effetti degli «strumenti complessi», il che dunque implicava che l’informativa da rendere ai clienti sarebbe dovuta essere ancora più puntuale e accurata, giacché avrebbe dovuto soddisfare gli standard più dettagliati della Comunicazione Consob n. 0097996 del 22 dicembre 2014 sulla distribuzione dei prodotti complessi.
Addirittura in molti casi concernenti le sottoscrizioni delle obbligazioni subordinate MPS le banche intermediarie omettevano (talvolta colposamente, talvolta dolosamente) di indicare all’interno della documentazione precontrattuale sui rischi alcune informazioni essenziali ed indispensabili circa la natura degli strumenti finanziari, come per esempio la dicitura “SUB”, che avrebbe dovuto identificare la natura subordinata delle obbligazioni (con tutte le sue conseguenti implicazioni).
Infine le banche avrebbero dovuto vigilare sull’andamento dei titoli assicurando ai propri clienti un flusso di informazioni costante ed adeguato man mano che le dinamiche di rischio dei titoli MPS andavano accentuandosi sempre di più.
PERDITA DA INVESTIMENTI MPS: COSA FARE?
Al fine di permettere a tutti i risparmiatori di recuperare le perdite subite a causa dell’investimento nei titoli MPS, Martingale Risk permette di intraprendere in tempi brevi e con la possibilità di pagamento posticipato una causa o un arbitrato nei confronti di Banca Monte dei Paschi di Siena, previa valutazione della documentazione. Martingale Risk verrà remunerata unicamente attraverso una percentuale degli importi effettivamente recuperati.
Ad oggi la Martingale Risk ha già recuperato più di 200 milioni di Euro di perdite, con una percentuale di successo pari al 92%, della quale il 58% si è chiuso con un accordo transattivo con la banca controparte.
Per maggiori informazioni
Telefono: 06/32652828 (Roma- sede legale) o 02/89092280 (Milano)
Email: info@martingalerisk.com
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