L’Autorità Antitrust (AGCM) sanziona Eni, Esso Italiana, IP – Italiana Petroli, Q8, Saras e Tamoil Italia per oltre 936 milioni di euro
Danneggiate dai rincari illegittimi, le imprese di trasporto, di logistica così come ogni altra società che acquisti notevoli quantità di carburante per trasporto su strada, possono ora agire per recuperare i danni grazie all’azione collettiva promossa da Martingale Risk.
Con una decisione storica nel panorama italiano della concorrenza, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto sanzioni per oltre 936 milioni di euro a sei grandi compagnie petrolifere — Eni, Esso Italiana, IP – Italiana Petroli, Q8, Saras e Tamoil Italia — riconoscendo l’esistenza di un cartello nel mercato dei biocarburanti. Questi ultimi sono carburanti liquidi che non provengono dal petrolio ma da fonti vegetali, biomasse o olii di riciclo: il D.Lgs. n. 2/2006 ha introdotto l’obbligo, per i soggetti che immettono in consumo carburanti derivanti dal petrolio, di immettere in consumo una quota minima di biocarburanti.
Secondo quanto accertato dall’autorità Antitrust, tra il 1° gennaio 2020 e il 30 giugno 2023 le società coinvolte avrebbero manipolato il prezzo della cosiddetta “componente bio” nei carburanti tradizionali (benzina e gasolio), al fine di ribaltare sul mercato un prezzo simile per tutti i cartellisti, a prescindere dal (minore) costo di produzione. Il valore di questa importante componente del prezzo è aumentato da circa 20€/mc del 2019 a circa 60 €/mc del 2023, con effetti diretti sui costi sostenuti dagli operatori economici a valle (v. grafico sotto).
Questi valori, secondo l’AGCM, erano frutto di un coordinamento e non di libere determinazioni di mercato. Il prezzo della componente bio sarebbe infatti passato da circa 20 euro per metro cubo nel 2019 a oltre 60 euro nel 2023, con effetti diretti sui costi sostenuti dagli operatori economici a valle.

Il risultato di questa intesa è stato un aumento artificiale e sistematico dei prezzi alla pompa, con effetti a cascata su tutta la filiera, in particolare su quella del trasporto su strada, dove il carburante rappresenta una delle principali voci di costo operativo.
L’indagine è stata avviata a seguito di una segnalazione anonimae si è basata su un’analisi approfondita, basata anche sui dati pubblicati da riviste di settore che riportavano valori di riferimento della componente “bio” forniti dalle stesse compagnie.
L’AGCM ha quindi ritenuto che le compagnie abbiano violato l’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che vieta gli accordi restrittivi della concorrenza.
Le sanzioni: quasi un miliardo di euro
Le multe, di entità record per i casi Antitrust in Italia, sono così ripartite:
- Eni S.p.A. – circa 336 milioni di euro;
- Q8 (Kuwait Petroleum Italia S.p.A.) – circa 172,6 milioni di euro;
- IP (Italiana Petroli S.p.A.) – circa 163,7 milioni di euro;
- Esso Italiana S.r.l. – circa 129,4 milioni di euro;
- Tamoil Italia S.p.A. – circa 91 milioni di euro;
- Saras S.p.A. – circa 43,8 milioni di euro.
Il valore complessivo delle sanzioni — 936,4 milioni di euro — colloca il provvedimento tra i più severi mai emessi in Italia in materia di concorrenza.
Il danno per le imprese operanti nei trasporti che acquistano carburante
Le conseguenze di questo cartello si sono propagate lungo tutta la filiera del carburante, fino a colpire in modo particolarmente grave le imprese di autotrasporto ed in generale tutti gli operatori che acquistano carburanti per il trasporto su strada.
Queste aziende — ignare della manipolazione dei prezzi — si sono trovate a sostenere costi di approvvigionamento ben superiori a quelli che il libero mercato avrebbe determinato.
Il carburante, che in molti casi incide tra il 25% e il 40% sui costi operativi complessivi di un’impresa di trasporto, ha registrato rincari non giustificati dalle normali dinamiche di mercato o dai costi della componente rinnovabile.
In termini concreti, ciò significa che migliaia di imprese italiane del settore — dalle grandi flotte ai piccoli autotrasportatori indipendenti — hanno comprato il carburante ad un prezzo indebitamente maggiorato dalle società petrolifere partecipanti al cartello (Eni, Esso, IP, Q8, Saras e Tamoil) che hanno rappresentato, tra il 2020 e il 2023, tra l’85 ed il 95% dell’intero mercato italiano (v. grafico sotto).

Questa distorsione si è tradotta in una perdita di competitività, minori margini operativi e, in alcuni casi, difficoltà di tenuta economica durante un periodo già segnato da aumenti generalizzati dei costi energetici e delle materie prime.
Le aziende danneggiate possono agire per il risarcimento
Come già accaduto in precedenti casi di cartello industriale — basti pensare al cartello dei camion, che ha dato origine a numerose cause di risarcimento in tutta Europa — anche in questo caso le imprese colpite hanno diritto a recuperare il danno subito.
Il principio giuridico è chiaro: chi ha pagato un prezzo maggiorato a causa di un’intesa anticoncorrenziale può richiedere ai responsabili un risarcimento pari al sovrapprezzo indebitamente versato, maggiorato degli interessi e della rivalutazione monetaria.
Per questo motivo, Martingale Risk, società specializzata in azioni risarcitorie individuali e collettive, ha avviato un’azione collettiva contro i membri del cartello dei biocarburanti, con l’obiettivo di ottenere un ristoro economico per le aziende danneggiate.
L’iniziativa è rivolta a:
- imprese di autotrasporto e logistica,
- operatori del trasporto conto terzi,
- aziende con flotte aziendali o consumi significativi di carburante,
- Istituzioni pubbliche ed enti locali,
- tutti soggetti che ritengono di essere stati danneggiati da queste intese anticoncorrenziali.
Come funziona l’azione collettiva promossa da Martingale Risk
L’adesione all’iniziativa non comporta alcun costo iniziale per le imprese partecipanti.
Martingale Risk gestisce e finanzia l’azione collettiva fino alla sua conclusione con accordo transattivo o sentenza passata in giudicato, dall’analisi dei consumi alla quantificazione del danno, fino alla promozione delle azioni risarcitorie nei confronti delle compagnie sanzionate.
Ogni azienda partecipante potrà così:
- verificare gratuitamente se rientra tra i soggetti danneggiati;
- quantificare il sovrapprezzo subito nel periodo 2020-2023;
- dietro sottoscrizione di un mandato, affidare a Martingale Risk il recupero dei danni subiti, attraverso un team legale specializzato in diritto antitrust e azioni collettive;
- ottenere il risarcimento in proporzione al danno accertato, una volta riconosciuta la responsabilità delle imprese coinvolte.
Questa modalità consente anche alle aziende di media e piccola dimensione di far valere i propri diritti senza dover affrontare da sole i costi e la complessità di un contenzioso antitrust, senza sostenere alcun costo e/o alcun rischio.
Per il comparto dei trasporti, si tratta di una possibilità concreta di riequilibrio dopo anni di aumenti dei costi non sempre riconducibili a cause di mercato.
Partecipa all’azione collettiva di Martingale Risk
Martingale Risk, forte dell’esperienza maturata in precedenti azioni collettive, ha attivato una piattaforma dedicata per raccogliere le adesioni e gestire in modo coordinato l’intero iter di richiesta danni.
👉 Partecipa all’azione collettiva contro il cartello dei biocarburanti compilando il form qui a fianco
Unisciti alle imprese che scelgono di far valere i propri diritti:
recuperare il danno subito non è solo una questione economica, ma anche un passo necessario per ristabilire correttezza e concorrenza in un mercato essenziale per la mobilità e la logistica del Paese.










