Negli ultimi anni molti investitori retail hanno visto ridursi drasticamente il valore dei propri portafogli a causa di titoli che sembravano solidi ma si sono rivelati un boomerang. In diversi casi, si tratta di società finite sotto la lente di ingrandimento della Consob. Martingle Risk ha creato così una blacklist dei titoli in perdita, una sorta di lista “nera” che segnala quelle quotazioni caratterizzate da forti crolli, scarsa trasparenza o situazioni finanziarie compromesse. Capire come muoversi e se sia possibile recuperare le minusvalenze è oggi più importante che mai.
Che cosa significa entrare nella blacklist dei titoli in perdita
La lista pubblicata da Martingale Risk elenca le principali società italiane che, tra il 2015 e il 2025, sono state assoggettati agli obblighi di diffusione di informazioni periodiche da parte della Consob. Questa infatti, come stabilito dall’art. 114 del d.lgs. 58/1998 (Testo Unico per la Finanza, TUF) può individuare dei compiti da affidare alle società quotate affinché forniscano tutte le notizie necessarie per adempiere gli obblighi di comunicazione al mercato. Per l’investitore retail, conoscere la blacklist dei titoli in perdita è essenziale: non si tratta solo di capire quali azioni evitare, ma anche di riconoscere i segnali di rischio per tempo e proteggersi da perdite più gravi.
La lista dei titoli “attenzionati” ha incluso realtà che molti investitori conoscono bene. Basti pensare al crollo di Monte dei Paschi di Siena, che ha visto evaporare oltre il 99% del proprio valore rispetto ai massimi storici. O al caso di Tessellis (ex Tiscali), protagonista di continue ristrutturazioni e perdite di capitale. Anche Mondo TV, pur appartenendo a un settore creativo, ha registrato nel tempo oscillazioni pesanti e un progressivo deterioramento del valore delle azioni.
Come recuperare le minusvalenze
Trovarsi con titoli di questo tipo non significa dover accettare passivamente la perdita. In alcuni casi, infatti, è possibile agire per recuperare le minusvalenze, soprattutto se emergono violazioni degli obblighi di trasparenza o errori da parte degli intermediari finanziari. Un investitore può avere diritto a un risarcimento quando la banca o il consulente non ha rispettato gli obblighi di informazione, non ha valutato correttamente il profilo di rischio del cliente oppure ha proposto prodotti non coerenti con gli obiettivi dichiarati. Anche la società emittente può essere chiamata in causa se ha fornito comunicazioni incomplete o fuorvianti che hanno influenzato la decisione di investimento.
Il percorso di recupero inizia con la ricostruzione della storia dell’investimento: date di acquisto, comunicazioni ricevute, documenti contrattuali e andamento del titolo. A quel punto, si può procedere con una valutazione tecnica della posizione e, se necessario, avviare un’azione di tutela attraverso l’Arbitro per le Controversie Finanziarie o per via giudiziale.
Blacklist dei titoli in perdita: recuperare le minusvalenze è possibile
Molti risparmiatori pensano che una perdita in Borsa sia solo “sfortuna di mercato”. In realtà, spesso dietro a una minusvalenza ci sono carenze informative o comportamenti scorretti degli intermediari bancari. Monitorare la blacklist dei titoli in perdita permette di individuare tempestivamente i titoli più a rischio, valutare eventuali responsabilità e, quando possibile, agire per recuperare le minusvalenze. Non è solo una questione di soldi, ma di consapevolezza: sapere cosa si possiede, capire dove si è sbagliato e non lasciare che un investimento errato diventi una condanna definitiva.
Clicca qui per scoprire i titoli presenti nella blacklist.
Se ritieni di avere titoli riconducibili alla blacklist dei titoli in perdita, raccogli la documentazione relativa agli acquisti e confrontati con un consulente specializzato. Capire se e come è possibile recuperare le minusvalenze è il primo passo per tornare a gestire i tuoi investimenti con lucidità e controllo.
Scrivi un commento